1.28.2014

Il colore della Letteratura

Quanto possono essere importanti i colori in Letteratura? In verità sono sempre stati molti gli autori a dare grande importanza ai colori nelle proprie opere letterarie, e questo si spiega con l'incredibile potere evocativo e la suggestione che essi possono creare, in un ambito, la scrittura, che punta a rivolgersi al cuore più che agli occhi. Così i colori, preziosissima risorsa d'ispirazione poetica, cessano per un momento di essere il prodotto di semplici fenomeni ottici e diventano portatori di significati altri, profondi, immediatamente, seppur quasi inconsciamente, percepibili da chi li ritrova in un'opera letteraria. D'altronde non va dimenticato che la cultura, per natura simbolica, assegna sempre significati ad oggetti, eventi e fenomeni del mondo naturali, e a questo non si sottraggono neppure i colori.
Ripercorrendo la storia della letteratura osserviamo che i colori sono stati fondamentali essenzialmente per due movimenti artistici: Romanticismo e Simbolismo (e ovviamente il suo "evoluto" Decadentismo). Ciò è d'altro canto piuttosto prevedibile: due movimenti che programmaticamente si rivolgono ai sentimenti, che elevano l'estasi e l'immaginazione quali basi della produzione artistica, e che raggruppano scrittori sognatori dai tratti quasi mistici, non possono che vedere nei colori un'importante e straordinaria forza evocativa. E in tal modo i colori si rendono espressione di concetti ed immagini che vanno aldilà del testo, della situazione descritta, riempiendo il lettore di una nuova e sentita emozione.
E' il caso ad esempio del blaue Blume creato dal romantico tedesco Novalis, il "fiore azzurro" simbolo dell'irraggiungibile, dell'infinito, dell'eterno, con cui il giovane e sognatore Heinrich von Ofterdingen, protagonista dell'opera che da lui prende il nome, cerca invano di intraprendere un contatto quasi mistico, in grado di toccare profondamente la spiritualità dell'individuo. Il legame è evidente: il sogno, l'infinito, l'estasi sono simboleggiati da un colore, il blu, che da sempre ha una vena malinconica e sognatrice in sé, senza dimenticare che esso è il colore del mare e del cielo per eccellenza, di due sfere del mondo che all'uomo appaiono, appunto, infinite.
Avanzando di qualche decennio troviamo il capolavoro di Stevenson, il Dottor Jekyll e Mr Hyde, in cui viene enfatizzato il tradizionale binomio bianco-nero come simbolo, rispettivamente, di bene e male: la casa di Jekyll è bianca sulla facciata, che si apre su una piazza larga e luminosa; ma il retro della stessa, da cui Hyde esce per compiere le sue scelleratezze, si apre su un sobborgo oscuro, malridotto della città, simbolo del demonio che l'alter-ego di Jekyll rappresenta.
Proseguendo ancora ci imbattiamo in Pascoli, poeta del Simbolismo italiano per eccellenza, che eleva, come è prevedibile, il rosso a colore della tentazione e della passione, rimandando ad una sensualità sempre celata e misteriosa nelle opere del poeta. E' il caso del Gelsomino notturno dalle "fragole rosse" e della Digitale purpurea con il suo bel fiore affascinante e letale nello stesso tempo. Ma d'altronde il simbolismo, il rinvio ad aspetti che scavalcano i limiti del contesto rappresentato, è ciò che rende le poesie di Pascoli davvero innovative.
E infine perché non fare un cenno al classico della letteratura italiana, la Divina commedia, dove la scala cromatica dei colori rappresentati è ampissima, utile a Dante per rendere quelle differenze tra i vari cieli del Paradiso e creare quelle contrapposizioni tra i tre regni che tutti noi tanto conosciamo. Segno, ancora una volta, dell'antica e intramontabile capacità espressiva che è insita nei colori.

1.22.2014

L'amor tragico

L'amante di Porfiria

  Dopo un lungo periodo di assenza, ecco che ritorniamo a scrivervi e a parlarvi di letteratura. Vi proponiamo quindi una poesia, canale letterario oggi più che mai sofferente in termini di pubblico e scrittori. Il testo, ottocentesco, è di Robert Browning, autore decisamente svalutato dalla società moralista e bigotta dell'Inghilterra del suo tempo. Orrorosi, truculenti, focalizzati su personaggi lunatici e passionali, i componimenti di Browning son ben lontani dall'ideologia vittoriana fondata sulla fiducia nelle capacità dell'uomo, nel progresso e nella ragione umana, presuntamente incondizionabile da spinte emotive estreme e folli. E il tutto per andare ad esplorare un ambito allora ancora trascurato, quello della psicologia umana, delle forze irrazionali che a volte la dominano, dell'anima nelle sue profondità più oscure e misteriose. Ma le poesie di quest'autore tanto controverso non sono innovative solo dal punto di vista contenutistico. Abbiamo infatti un'imprevedibile scelta stilistica: il monologo drammatico, che presuppone la narrazione dell'evento descritto direttamente da parte del personaggio che ne è stato partecipe. Colto in un momento di profonda crisi, esso rivela indirettamente la sua più profonda psicologia, la sua misteriosa identità.
  Così è anche per l'opera L'amante di Porfiria, massimo esempio della poesia dell'autore. Il testo, che, come già detto, è un racconto in prima persona del personaggio stesso, riporta un evento apparentemente banale: l'incontro tra due amanti durante una notte piovosa. La donna, di nome Porfiria (chiaro riferimento alla passione amorosa), giunge nella casa del suo amato e i due si siedono l'uno accanto all'altro, abbracciandosi. Ma un pensiero improvviso attraversa d'un tratto la mente del protagonista: egli crede di aver amato Porfiria invano, pur essendo sicuro che lei lo ami davvero, pur capendo che in quel momento la donna è davvero sua, abbandonata fra le sue braccia. Così, con gesto impulsivo quanto sconsiderato, afferra la treccia in cui sono raccolti i suoi biondi capelli e, per tre volte, la strangola. Solo in questo modo infatti il narratore riesce a fermare il momento di unione con la sua amata per sempre, permettendo alla donna di rimanere eternamente bella e pura, e, soprattutto, eternamente sua. Tuttavia questa rimane una supposizione, perché quale sia la ragione reale dell'omicidio non è dato saperlo, così come non possiamo sapere con certezza il tipo di relazione esistente tra i due personaggi. E' possibile solo fare ipotesi e congetture, che, per quanto convincenti, restano comunque sterili. Il mistero e l'oscurità che avvolgono il componimento sono d'altronde voluti, a conferma che l'autore voglia mostrare come la mente umana sia imprevedibile e frammentaria. Sappiamo però che l'uomo è perfettamente convinto che la donna non abbia provato dolore, così come è sicuro che la morte, così tragica, fosse nel volere della donna, che appare sorridente anche dopo il violento strangolamento. Si suggerisce in tal modo che l'iniziativa fosse condivisa dai due, come unica soluzione per il raggiungimento dell'amore eterno. Interessante è infine la riga finale, che rivela come persino Dio non abbia detto una parola sull'accaduto, non abbia giudicato la spinta omicida del protagonista, quasi volesse approvare la sua scelta di mantenere la ragazza pura; oppure, al contrario, il gesto del protagonista è tanto cruento e scellerato che neppure Dio, nella sua incommensuarabile grandezza, può giudicarlo, per quanto il colpevole ne senta il bisogno.
  Una poesia dal finale aperto dunque, che, per quanto ci sforziamo di comprendere, resterà per sempre un mistero insolubile, soggetto solo a giudizi parziali e personali, in base ai gusti e alle credenze di ognuno. Solo una cosa è certa: ci troviamo di fronte ad un capolavoro dell'animo umano.

Di seguito il testo integrale:

The rain set early in tonight, 
The sullen wind was soon awake, 
It tore the elm-tops down for spite, 
and did its worst to vex the lake: 
I listened with heart fit to break. 
When glided in Porphyria; straight 
She shut the cold out and the storm, 
And kneeled and made the cheerless grate 
Blaze up, and all the cottage warm; 
Which done, she rose, and from her form 
Withdrew the dripping cloak and shawl, 
And laid her soiled gloves by, untied 
Her hat and let the damp hair fall, 
And, last, she sat down by my side 
And called me. When no voice replied, 
She put my arm about her waist, 
And made her smooth white shoulder bare, 
And all her yellow hair displaced, 
And, stooping, made my cheek lie there, 
And spread, o’er all, her yellow hair, 
Murmuring how she loved me—she 
Too weak, for all her heart’s endeavor, 
To set its struggling passion free 
From pride, and vainer ties dissever, 
And give herself to me forever. 
But passion sometimes would prevail, 
Nor could tonight’s gay feast restrain 
A sudden thought of one so pale 
For love of her, and all in vain: 
So, she was come through wind and rain. 
Be sure I looked up at her eyes 
Happy and proud; at last I knew 
Porphyria worshiped me: surprise 
Made my heart swell, and still it grew 
While I debated what to do. 
That moment she was mine, mine, fair, 
Perfectly pure and good: I found 
A thing to do, and all her hair 
In one long yellow string I wound 
Three times her little throat around, 
And strangled her. No pain felt she; 
I am quite sure she felt no pain. 
As a shut bud that holds a bee, 
I warily oped her lids: again 
Laughed the blue eyes without a stain. 
And I untightened next the tress 
About her neck; her cheek once more 
Blushed bright beneath my burning kiss: 
I propped her head up as before 
Only, this time my shoulder bore 
Her head, which droops upon it still: 
The smiling rosy little head, 
So glad it has its utmost will, 
That all it scorned at once is fled, 
And I, its love, am gained instead! 
Porphyria’s love: she guessed not how 
Her darling one wish would be heard. 
And thus we sit together now, 
And all night long we have not stirred, 
And yet God has not said a word!

7.31.2013

Pranzo anglo-giapponese

Non lasciarmi

  Dopo Brecht, un'opera contemporanea: Non lasciarmi, di Kazuo Ishiguro. Si tratta di un romanzo del 2005, che affronta, come in Brecht, un problema moderno (la clonazione genetica), anche qui trasferito indietro nel tempo (una ventina d'anni si suppone, data la reticenza dell'effettiva epoca di ambientazione). Ancora una volta inoltre la questione trattata è di carattere etico e morale, ma qui l'attenzione è focalizzata non tanto sulle sue probabili conseguenze politico-sociali, quanto sulle sue implicazioni individuali. Ishiguro infatti sceglie di riflettere sul tema con pathos, cercando il coinvolgimento del lettore, pronto ad identificarsi con il narratore in prima persona: il procedimento narrativo risulta allora opposto a quello del drammaturgo tedesco.

  Come già accennato, la storia è narrata in prima persona da una certa Kathy H. secondo la tecnica del flashback: si tratta quindi di una narrazione all'indietro. Tre sono i momenti fondamentali della vicenda:

- l'infanzia della ragazza, trascorsa con gli amici, poi storici, Tommy e Ruth nel misterioso collegio di Hailsham, situato in una non meglio identificata zona della campagna inglese. Già da subito conosciamo situazioni misteriose e paradossali: i ragazzi non possono varcare i confini della struttura, sono sistematicamente sensibilizzati sull'attenzione alla propria salute, e nulla si sa della loro origine. E poi che significato hanno le parole "donatore" e "assistente"? Qual è il misterioso futuro, pur già stabilito, che spetta agli alunni? E perché sono continuamente spronati alla realizzazione di opere artistiche?

- la maturità, quando Kathy, Tommy e Ruth vengono trasferiti ai cosiddetti "Cottages", uno dei tanti luoghi in cui i ragazzi di Hailsham e di altre simili scuole vengono inviati in attesa di diventare "donatori" o "assistenti". E gradualmente la verità sulla loro origine e sul loro futuro si svela: essi non sono altro che cloni umani, destinati alla donazione di organi: una prospettiva quanto mai distopica, che i tre ragazzi cercano continuamente di ignorare e combattere, non senza incrinare i rapporti tra loro esistenti. E così Kathy accetta passivamente la realtà dei fatti, e Ruth spera utopisticamente di poter vivere una relazione normale con Tommy, con cui è fidanzata e di cui è innamorata anche Kathy, segretamente gelosa dell'amica/rivale Ruth;

- il momento della donazione: i ragazzi si sono ormai separati. Ruth, da tempo donatrice, incontra per caso Kathy, divenuta assistente, in un ospedale e, allontanati gli asti passati, decidono di visitare Tommy, donatore in un'altra struttura. Ruth consiglia allora a Kathy e Tommy di far visita a Madame, storica amministratrice di Hailsham, nella speranza, alimentata da certi pettegolezzi e poi rivelatasi vana, di poter ottenere un rinvio (se non annullamento) delle donazioni. Tuttavia l'incontro si rivela fondamentale per capire pienamente se stessi e la loro esistenza in rapporto al mondo che devono, praticamente, "servire".

  L'opera, distopica, malinconica, è uno zoom attento e sentito sulle conseguenze di un progresso medico-scientifico incontrastato, pronto a sacrificare le esistenze, le speranze e i sentimenti individuali pur di percorrere e sfruttare la via più comoda al successo umano. Allargando la prospettiva del romanzo, non possiamo non individuare nel tema scelto da Ishiguro una somiglianza con tutti quelle ignobili e deleterie azioni che l'uomo oggi compie per sostenere la società capitalista, per autocelebrare il proprio successo.



Kazuo Ishiguro

Risotto Mare e Monti - Un'esistenza tra due culture

  • 1954 - Nascita a Nagasaki
  • 1960 - Si trasferisce a Londra con la famiglia
  • 1978 - Laurea in Lettere e Filosofia
  • 1982 - Ottiene la cittadinanza inglese
  • 1986 - Premio Withbread per 'Un artista del mondo fluttuante'
  • 1989 - Premio Booker per 'Quel che resta del giorno'
  • 2005 - Premio Alex per 'Non lasciarmi'
  • 2008 - Il 'Times' lo include tra i 50 migliori scrittori inglesi dal 1945

Minerale naturale - Il narratore comune

  I romanzi di Ishiguro sono sempre caratterizzati da una narrazione in prima persona e al passato, durante la quale il personaggio narrante svela gradualmente e involontariamente i propri difetti e fallimenti. Si tratta quindi di un narratore quanto mai umano e comune, con cui il lettore può facilmente immedesimarsi e vivere emotivamente la vicenda. Le sue opere infatti sono cariche di un pathos derivante non solo dalle azioni dei protagonisti, ma anche dai momenti in cui falliscono, in cui non riescono ad agire, i quali sono accompagnati sempre da una particolare e sentita malinconia.

Ratatouille - Storie del passato

  Non è raro che Ishiguro ambienti le proprie opere in un periodo di transizione, come il periodo antecedente la II Guerra Mondiale o l'imminente dopoguerra. Come l'autore stesso suggerisce, questa scelta deriva dalla volontà di indagare la forza di certi ideali, prima e dopo un evento traumatico come può essere la guerra. L'attenzione è ovviamente verso il suo Paese natio, il Giappone, sconvolto dal dramma della bomba atomica.
  Altra particolarità dei romanzi di Ishiguro è la nota malinconica che caratterizza il finale delle trame, spesso caratterizzato da un senso di profonda rassegnazione da parte dei personaggi, incapaci di risolvere una problema passata e passivamente accettata.

Le opere principali:
  • Un artista del mondo fluttuante (1986)
  • Quel che resta del giorno (1989)
  • Non lasciarmi (2005)
Note:
  Nel 2010 Mark Romanek ha realizzato un film ispirato all'opera 'Non lasciarmi'. Ecco il trailer:


7.03.2013

Buon compleanno Kafka

Franz Kafka, anni 130


  Oggi, aprendo Google, ecco che compare un nuovo doodle, questa volta dedicato a Franz Kafka, tra i più influenti e studiati autori del '900. 130 anni fa Kafka nasceva, ignaro sicuramente (come lo sarà poi per tutta la vita) del grande successo di cui oggi gode. Quasi istintivamente, Kafka scriveva dei suoi drammi interiori, delle difficoltà dell'artista moderno, di conflittuali rapporti tra padre e figlio, senza accorgersi, probabilmente, di rivoluzionare radicalmente con la sua scrittura la Letteratura moderna. Il suo gusto per il grottesco, il paradosso, il deforme non può fermarsi ad un mero espediente stilistico, ma è riflesso di una situazione interiore drammatica e vissuta, e così trasportata in letteratura.
  Così nasce La Metamorfosi, la sua opera principale, in cui il conflitto padre-figlio è portato alle estreme conseguenze, in cui Gregor Samsa, comune impiegato aziendale bloccato nella sua quotidiana, opprimente routine, si trasforma, quasi per beffa del destino, in un orribile scarafaggio, trasposizione fisica di una condizione che già gli apparteneva. Escluso e rifiutato dalla famiglia per cui un tempo si sacrificava notte e giorno (e dal padre autoritario e conformista), si lascia malinconicamente morire, liberando grottescamente i parenti del 'terribile fardello'. 
  E proprio alla Metamorfosi si ispira il doodle di Google, con lo scarafaggio, la porta che separa Gregor e la sua stanza dal mondo esterno della famiglia, la mela che il padre gli lancia in un impeto di rabbia: non manca nulla per fare di questo doodle l'esatto riflesso del capolavoro di Kafka, un opera che trova grande espressività nel fatto stesso di nascere da una condizione personale, sentita dell'autore.


6.30.2013

Qualcosa di mio...

Nottesferza

  Dopo un po' di assenza, ecco che ritorniamo a pubblicare qualcosa. Vi lasciamo una poesia inedita, elaborata dal fantomatico autore del blog.

Nottesferza

Nottesferza
il ner ch’avanza
tra le nebbie
di bosco incantato.
E piange piange
il triste usignol
e crescono i larici
oltr’il bianco vel fulgente.

Tenebra,
l’odor della nebbia,
e paura,
il suo suono.
E il sospiro,
il mio sospiro,
diventa nuvola
e bruma spettrale

Un terrore
di dolce natura
scende e m’assale
e l’anima sfuma
in candido fumo
ancor palpitante
per l’illusione
della nebbia
amica

Allor dimentico le cose lontane
e sento una forza vitale
nel grande timore
ch’ancora m’assale

  La poesia fa parte di un progetto più ampio, di cui a poco a poco vi sveleremo qualcosa. Non mancheranno certo pubblicazioni future, ma abbiate pazienza: pian piano avrete il pasto completo, per ora siamo solo all'antipasto! Diteci cosa ne pensate, e magari provate ad indovinare l'ispirazione del componimento: siamo curiosi di sapere la vostra opinione!

6.16.2013

Colazione con...Brecht

Vita di Galileo


  La prima lettura che vi proponiamo sul tema del futuro è Vita di Galileo di Bertolt Brecht. Si tratta di un'opera teatrale scritta nel biennio 1938/1939, in cui la vita esemplare dell'astronomo Galileo Galilei diventa punto di partenza per una riflessione sulla responsabilità degli scienziati riguardo alle conseguenze socio-politiche delle loro scoperte.

  La dimostrazione galileiana del sistema eliocentrico copernicano costituisce una forte minaccia all'autorità politica e religiosa della Chiesa, cosicché essa viene messa all'Indice. Galileo, di fronte alla prospettiva di una tortura e condanna a morte, sceglie di abiurare, distruggendo le speranze di quanti vedevano nelle sue scoperte un possibile mutamento radicale della società.

  Galileo è allora un eroe moderno, privo di valori tali da permettergli di perseverare nella realizzazione del bene comune, e, scisso tra il sostenere la verità e la prospettiva di una vita tranquilla, sceglie quest'ultima, non considerando l'importanza per i destini della società di questa sua scelta. D'altronde egli rappresenta lo scienziato moderno, la cui ricerca è troppo spesso subordinata a esigenze politiche. E difatti l'opera nasce da una riflessione di Brecht sulla scoperta della fissione nucleare, con la conseguente creazione della bomba atomica.


Bertolt Brecht

Confettura di Lamponi rossi - Una vita "rossa"

  • 1898 - Nascita ad Augusta (Germania)
  • 1914/1915 - Primi scritti poetici
  • 1917 - Brecht è al fronte come infermiere
  • Anni '20 - Si avvicina agli ambienti avanguardisti e al marxismo
  • 1933 - L'ascesa di Hitler al potere lo costringe all'esilio per i suoi ideali comunisti
  • Anni '30 - Si muove tra Parigi, Londra, Nord Europa, Mosca
  • 1941 - Si trasferisce negli Stati Uniti
  • 1948 - Ritorna a Berlino Est e fonda il Berliner Ensemble, una compagnia teatrale
  • Anni '50 - Ha alcune tensioni con il SED (il partito socialista unico in Germania Est)
  • 1956 - Morte a Berlino, per infarto cardiaco

Succo di Pompelmo - Uno stile diretto e sobrio

  Brecht è particolarmente importante per la sua opera teatrale. Nello specifico egli elabora una nuova forma di teatro, il teatro epico, in contrasto con il tradizionale teatro aristotelico, o teatro drammatico. Se quest'ultimo cercava infatti l'immedesimazione del pubblico con i personaggi sul palco per raggiungere un effetto di catarsi, di illusione emotiva, Brecht propone un teatro in cui è lo spettatore è critico giudice di quanto è messo in scena. Egli ritiene infatti che il teatro aristotelico dia una rappresentazione falsificata della realtà, una specie di sogno in cui il pubblico è coinvolto, ma incapace di giudicare. 
  Per raggiungere il suo scopo, Brecht introduce nel teatro l'effetto di straniamento, che riguarda il pubblico, non più emotivamente coinvolto, e gli attori, non più immedesimati nei personaggi portati in scena. L'effetto di straniamento è raggiunto attraverso l'inserimento, tra una scena e l'altra, di canzoni, balli, proiezioni cinematografiche, e simili, le quali permettono agli spettatori di commentare in modo critico le singole scene intraviste. 
  La rinuncia alla catarsi e al teatro come illusione porta anche a una scenografia spoglia e non sempre fedele al contesto presentato, nonché rende sicuramente Brecht uno dei maggiori innovatori del Novecento in letteratura.

Biscotti Canestrelli - Lo scorcio oltre l'apparenza

  Le opere di Brecht intendono sempre portare il pubblico a ciò che si cela dietro l'apparenza delle cose. La sua sentita compassione verso gli sfruttati e gli emarginati lo porta costantemente a riflettere sul loro destino in una società capitalista fondata sul profitto e sull'interesse personale, e, conseguentemente, ad aderire al marxismo.

Le opere principali: 
  • L'Opera da tre soldi (1928)
  • La linea di condotta (1930)
  • L'eccezione e la regola (1930)
  • Vita di Galileo (1938/1939)
  • L'anima buona di Sezuan (1938/1941)
  • Madre Coraggio e i suoi figli (1939)





  Per chi volesse acquistare il libro:

6.14.2013

Tema

All'insegna del Futuro!

  Come primo post di questo nuovissimo blog vorremmo proporvi il tema del futuro, il che significa tutte le speranze, i timori e le aspettatevi nei confronti di ciò che non è ancora accaduto. Presto inizierà una lettura di gruppo, attraverso il sistema del Lit-menu, in cui vi proporremo alcune letture come se fossero menu di colazione, pranzo e cena: insomma, mangiamo i libri! E non importa se già li avrete letti o studiati: potrete sempre dire la vostra a proposito.
  Oltre alla lettura numerose proposte, iniziative, sondaggi sul medesimo tema, di cui vorremmo sentire la vostra opinione personale. Non temete a commentare: è proprio quello che cerchiamo, un confronto, proprio come se fossimo tutti a tavola a discutere di letteratura.

Cosa pensate: la bambina non ha futuro? O forse deve "dipingerselo"?
Insomma: ognuno determina il proprio futuro o è il futuro che determina l'uomo?